LE PRATICHE DELLA BUONA SALUTE

A cura di Maria Grazia Petronio

Ambiente e salute

Conoscere i fattori di rischio per prevenire le malattie infettive e cronico-degenerative

Ogni anno le principali agenzie internazionali che si occupano di ambiente e di salute, insieme alle più importanti riviste scientifiche, mettono in evidenza la strettissima correlazione tra salute e alterazioni ambientali, provocate soprattutto dalle attività umane: cambiamenti climatici, inquinamento (in particolare atmosferico), peggioramento della qualità delle acque, aumento dei rifiuti, pericoli derivanti dalla chimica utilizzata in agricoltura. Il più delle volte non abbiamo né conoscenza né consapevolezza dei rischi che si annidano nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo e nel cibo che mangiamo, elementi che potranno avere effetti anche a decenni di distanza dall’esposizione.

Le malattie cronico-degenerative, proprio perché correlate a fattori ambientali, si prestano bene a interventi di natura preventiva. Tuttavia, poiché nella società industrializzata anche la malattia è diventata fonte di profitti, si è arrivati alla cosiddetta medicalizzazione della salute, che riduce la prevenzione e impedisce al cittadino di capire e fronteggiare in modo autonomo il problema.
Ognuno di noi, attraverso buone pratiche quotidiane, può ridurre il rischio di contrarre certe patologie e, nello stesso tempo, può contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente in cui vivono altre persone.
Ma le buone pratiche individuali, anche se molto utili e necessarie, non sono sufficienti. I problemi ambientali hanno dimensioni planetarie e richiedono interventi strutturali che non possiamo realizzare da soli: c’è l’esigenza di un vero e proprio cambio di paradigma che deve avvenire a livello politico, realizzando quell’economia circolare di cui molti parlano ma che richiede un’integrazione equilibrata e sostenibile con le produzioni degli ecosistemi naturali.