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Fuori margine

02 Luglio 2024

Il ricordo

Arriva il seme di Carlesso

Di Massimo Mercati

Il testo che segue, a firma di Massimo Mercati, è stato pubblicato con alcune variazioni nel catalogo La memoria del bosco - Isola Felix, realizzato da Aboca nel 2007 per raccontare l’esposizione delle opere di Gianpietro Carlesso nell’ambito delle Internaional Lectures on Nature and Human Ecology.

“Arriva il Seme di Carlesso”, con queste parole un po’ enigmatiche mio padre annunciava l’arrivo di questo seme. Ricordo quei giorni in cui mi immaginavo questo seme: non conoscevo Carlesso, e inizialmente pensavo si trattasse del seme di una pianta, un seme fossile o chissà che altro.

Per vari giorni, chissà perché senza chiedere, sono rimasto a immaginarlo. D’altra parte noi coltiviamo piante medicinali, e quindi che arrivasse il seme di una pianta, o meglio di un albero (mi immaginavo che il Carlesso fosse qualcosa di grande, un alberone!) era del tutto normale. Che poi fosse fossile lo deducevo dal contesto. Di questo seme infatti iniziammo a parlare perché doveva diventare il simbolo di una nuova iniziativa, dai contorni dapprima un po’ confusi poi sempre più chiari: l’uomo e la natura, in mezzo Aboca come luogo di ricerca e di approfondimento.

…Il seme di Carlesso, da dove verrà, quanti anni avrà, quanto sarà grande, e di che colore?

Liberare l’immaginazione, questo fu il mio primo contatto con il seme. Poi la rivelazione: “si tratta di un’opera di uno scultore di land-art, la conosci?”. Sinceramente non lo conoscevo, ma se era una scultura doveva senz’altro essere interessante… Intanto mi chiedevo cosa ne sarebbe stato del mio alberone immaginario. C’è sempre un po’ di delusione nel conoscere ciò che ci siamo immaginati.

(…) Poi il seme di Carlesso arrivò, verso sera. Da allora il senso della mia immaginazione, invece di crollare di fronte alla realtà dell’opera, non ha mai cessato di muoversi stimolato dalla materia e dalla forma. Era molto di più di quanto mi potessi aspettare. Un monumento alla vita e alla morte, il senso puro di una energia da toccare. Da allora il seme è una compagnia costante, cui rivolgere il pensiero per liberare il pensiero e sentire la forza della natura, in un’intimità strana ma fatta di legno, concreta e assoluta. Materia e forma, la soddisfazione di un risultato che permane come stimolo alla ricerca, sentire che esiste e non rappresenta ma lascia intuire. Un seme di legno, condannato a non germogliare e perciò per sempre potenza: in questo la sua forza, non compiersi, non esaurirsi.

Ritrovare il seme dentro di sé e capire che nella nostra immaginazione potrà conoscere mille mondi, e qui nascere, crescere, morire e rinascere, in un processo continuo di attualizzazione e ritorno.

Il seme al bosco degli scrittori

“La memoria del bosco”: il seme di Carlesso esposto all’interno del Bosco degli scrittori, in occasione il Salone del Libro 2025

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