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Disuguali

Politica, economia e comunità: un nuovo sguardo sull’ingiustizia sociale

Stefano Zamagni, da anni una delle voci più autorevoli dell’economia italiana, apprezzato in tutto il mondo per aver promosso i principi di una “economia civile”, affronta ora un tema cruciale della società contemporanea: la disuguaglianza. Il tema della diseguaglianza riguarda sempre più il design delle istituzioni economiche, finanziarie e giuridiche. Modellate su un paradigma tecnocratico, è proprio il profilo di queste istituzioni a determinare la situazione in cui ci troviamo: 780 milioni di persone che soffrono la fame a fronte di 2 miliardi di obesi e di sovrappeso nel mondo

Ricordandoci che le disuguaglianze non sono un dato di natura da accettare come qualcosa di ineluttabile, l’autore analizza i principali fattori responsabili del fenomeno distinguendo le cause di natura socio-politica, quelle di natura economico-finanziaria e quelle che interessano la matrice culturale della società, suggerendo poi delle linee guida chiare che mettono l’accento sull’urgenza di superare la concezione individualistico-libertaria dell’azione umana. 

Per ripensare e ridurre queste disuguaglianze serve un salto di paradigma che permetta di superare la dicotomia tra pubblico e privato, aprendo al terzo pilastro, il pilastro civile: la comunità. 

La sfida che secondo Zamagni siamo chiamati ad affrontare è quella di adoperarsi con coraggio e intelligenza per trasformare dall’interno il modello economico che si è consolidato negli ultimi quarant’anni: il mercato non dovrà più solamente essere in grado di produrre ricchezza, e di assicurare una crescita sostenibile, ma dovrà porsi al servizio dello sviluppo umano integrale, di uno sviluppo cioè capace di tenere in armonia tre dimensioni: materiale, socio-relazionale e spirituale.

Non c’è nulla di irreversibile nel capitalismo: è sbagliato pensare che sia necessario intervenire solamente sul lato delle opportunità, vale a dire sul lato delle risorse e degli incentivi, bisogna invece insistere sulla speranza, che si alimenta con la creatività dell’intelligenza politica e con la purezza della passione civile. È la speranza che sprona all’azione e all’intraprendenza, perché colui che è capace di sperare è anche colui che è capace di agire per vincere la paralizzante apatia dell’esistenza.