IL BOSCO DEGLI SCRITTORI
Canto degli alberi
In tempo di quarantena, uno scrittore ritorna alla sua città d’origine, Mantova. È solo. Le uniche uscite che, un po’ furtivamente, si concede sono lunghe passeggiate notturne. Avvolto nel silenzio profondo di una città trasfigurata, quasi metafisica, rimane colpito dalla forza dirompente di alcune piante ed alberi cresciuti in posti ostili: in un interstizio di cemento, tra due muri o due pietre di una casa… Sono gli «alberi murati», esseri metamorfici e tenaci, cresciuti fra pietre, ruderi e mattoni, diventati improvvisamente compartecipi, con gli esseri umani, di un’improbabile condizione di reclusione.
La riflessione filosofica e biologica, di leopardiana memoria, si trasforma in una di tipo politico e sociale: cosa facciamo noi uomini sulla Terra, e come ci poniamo ora, nel mezzo di una pandemia, per ripensare ai nostri costumi e ai nostri pregiudizi, alle nostre città e alle nostre abitudini? Da più parti indicato come il più importante scrittore italiano vivente, Antonio Moresco ci consegna un’opera suggestiva e onirica che affronta il rapporto di un uomo con la natura arborea e ha tanto da insegnarci sul tempo che stiamo vivendo.