IL BOSCO DEGLI SCRITTORI
All'ombra del ricino
Il ricino è un arbusto, neanche un albero: pieno di ambizioni e contraddizioni, ma niente più che un piccolo fusto quasi raso terra e rami in ordine sparso. Quel poco che è si fa grande, nel bene e nel male, dentro la storia.
Il ricino è la prova dell’esistenza di un Dio onnivedente per il profeta Giona. Il ricino è l’infausto olio strumento di tortura del fascismo.
A volte, però, queste sue proprietà diventano benefiche: il micidiale purgante aiuta, quando è il caso, ad allargare il canale di parto di una donna che sta per diventare madre e lo farà quasi ridendo, per me rito del medicinale estratto dalla pianta.
La storia, qui, parte da Ben Gurion che andava in spiaggia e si metteva a testa in giù perché, diceva, quella posizione era provvidenziale per mettere ordine ai pensieri. Su quella stessa spiaggia di Tel Aviv, secoli e millenni prima, ci piace immaginare il piccolo profeta biblico che arriva trafelato, in fuga dall’ordine di Dio che gli ha appena detto: Vai in questa direzione, a fare il tuo lavoro di profeta. E lui niente, si mette a correre nella direzione opposta. E scappa, scappa dal destino sino a quando Dio non gli mette davanti una pianta di ricino