IL BOSCO DEGLI SCRITTORI
L'imitazione di una foglia che cade
Un giornalista e scrittore di successo. Da anni vive solo, così abituato alla sua solitudine che si è quasi dimenticato di avere avuto una famiglia. Una mattina riceve un pacco inatteso, contenente un libro che gli era appartenuto: è un’edizione piuttosto sciupata della Historia Francorum di Gregorio di Tours. Nessun mittente, solo un indirizzo, “piazzale Martini, Milano”, che sul momento non gli dice niente. La vera sorpresa è che all’interno di quel libro, nascosto nella parte posteriore, c’è qualcosa: il quaderno dove il protagonista aveva scritto il suo primo romanzo, mai pubblicato. Ma c’è dell’altro. Fra le pagine del quaderno giace una vecchia foglia d’acero, color marrone chiaro, screpolata. Nel riconoscerla, si libera in lui una sensazione di gioia e, insieme, di panico, come se avesse scoperto un tesoro inestimabile ma impossibile da trasportare. La lettura di quelle pagine lo riporta a un’epoca lontana, a quando con un gruppo di amici uniti dalla passione per Barthes, Foucault, Derrida, frequentava la bancarella di libri di un anziano signore francese che tutti chiamavano Monsieur Pineau, in piazzale Martini. Proprio da quel luogo prenderà forma un nuovo viaggio, esistenziale, filosofico, che porterà il protagonista a chiudere inaspettatamente un cerchio, illuminando di senso un’intera esistenza.
Quale albero non ha assistito o partecipato a storie strane, o terribili, o brevemente felici, a storie di passione o di guerra, a storie di chi partiva e di chi tornava, al miracolo della fedeltà e dell’amore, alla quotidiana infedeltà, e ancora a inganni, soprusi, ricatti, strette di mano, riconciliazioni?