SAGGI INTERNATIONAL LECTURES

Idee per rimandare la fine del mondo

L’identità esemplare di un piccolo popolo per il futuro delle società umane

Ailton Krenak è un leader indigeno carismatico. È nato nello stato brasiliano del Minas Gerais, nella valle del Rio Doce, un territorio il cui ecosistema è stato profondamente compromesso dall’attività di estrazione mineraria. Da quando, nel 1987, ha tenuto un indimenticabile discorso all’interno dell’Assemblea costituente brasiliana, dove si è presentato con il volto interamente dipinto di nero in segno di lutto, non ha mai smesso di battersi per i diritti degli indigeni.

In queste pagine Krenak riassume i punti salienti del suo pensiero, che prende avvio dall’impossibilità di concepire uomo e natura come entità separate. Questa scissione forzata è la vera causa del disastro socio-ambientale che contraddistingue l’Antropocene: solo rifiutando l’idea che gli esseri umani siano superiori alle altre forme di vita potremo dare nuovamente un valore alle nostre esistenze e avere, al contempo, la possibilità di ristabilire un corretto rapporto con il Pianeta.

Krenak afferma che gli indigeni sono i soli che in questo momento ci possono dare un esempio di vita differente. In effetti, le comunità indigene di Africa, Asia e America Latina, sono proprio quelle che, più di altre, sono rimaste profondamente connesse alla terra, anche se noi giudichiamo il loro modo di vivere inadatto alla contemporaneità, noi che ci siamo lasciati trasformare da cittadini a consumatori.

Ora che l’estinzione è una minaccia reale per tutto il genere umano, Krenak ci propone una nuova visione di Antropocene – che lui definisce come “l’epoca in cui si è persa la qualità delle relazioni” – e ci esorta a sostenere la diversità tra i popoli come fonte di ricchezza per il futuro delle società e dell’ambiente.